Inno Akatistos - Apostolato di preghiera per l'infanzia della Chiesa Cattolica

APOSTOLATO DI PREGHIERA PER L'INFANZIA
NISI CONVERSI FUERITIS ET EFFICIAMINI SICUT PARVULI NON INTRABITIS IN REGNUM CAELORUM
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INNO ALLA THEOTOKOS


L'inno Akáthistos è il più antico inno in onore della Madre di Dio (Theotokos) e ha influenzato enormemente l'iconografia bizantina: molte icone, infatti, illustrano i suoi versetti. Quasi tutti i monasteri e le Chiese bizantine e slave riproducono scene dell'Akáthistos sulle pareti degli edifici sacri, sui paramenti, sugli oggetti liturgici, o come cornice alle più celebri icone. Questa composizione ha esercitato anche un profondo influsso sulla nostra tradizione medioevale, grazie alla versione latina che risale all'anno 800.

L'Akáthistos è un inno liturgico del secolo V, che fu e resta il modello di molte composizioni innografiche e litaniche, antiche e recenti. Nell’anno 626, mentre era imperatore dei Romani Eraclio, e Sergio I arcivescovo di Costantinopoli, venne Shahrbarâz dalla Persia, e assieme al khan degli Avari pose assedio alla città, il popolo si rifugiò nel santuario di Vlacherne, dove era custodito il prezioso manto della santissima Madre di Dio, invocando per tutta la notte il divino aiuto. E all’alba gli Avari furono respinti sin nella Scizia, mentre i Persiani si dispersero in Siria.

Per celebrare la liberazione della Città, il patriarca Sergio (o, piuttosto, Giorgio di Pisidia, archivista della Grande Chiesa) compose un poema che il popolo prese l’abitudine di cantare a-kàthistos (non-seduto) per ricordare l’insonne notte di paura e speranza.

L’ACATISTO, suddiviso di solito in 4 stazioni, è composto da 24 stanze, corrispondenti alle lettere dell’alfabeto (greco), e di solito è accompagnato da un mirabile inno composto dall’innografo san Giuseppe di Siracusa. Con solennità si celebra alla veglia della festa, che cade il quinto sabato della Grande Quaresima, detto appunto Sabato dell’Akathistos. Oltre che, privatamente, quando si vuole, l’Akàthistos è celebrato oggi nelle Chiese di tradizione greca anche

-     ogni primo, secondo, terzo e quarto venerdì sera della Grande Quaresima, di solito nel quadro dell’ufficiatura dell’Apòdhipnon (Compietà);

-     nel quinto venerdì, invece, con queste particolarità: dopo il E’ veramente giusto, si canta (3 volte) il tropario Conosciuto l’ordine. Segue la prima Stazione; la I e la III ode del canone e (1 volta) il kontakion A te conduttrice (vedi pp 18-19); la seconda Stazione; le odi IV-V-VI del canone; il kontakion A te, conduttrice; la terza Stazione; le odi VII-VIII-IX; il kontakion A te, conduttrice; la quarta Stazione (con ripetizione della prima stanza); il kontakion A te, conduttrice e il resto, come nei precedenti venerdì della Grande Quaresima.


Testo dell'Inno Akatistos

CONTACIO
O Madre di Dio, o invitta protettrice,
noi, tua città, salvati da terribile sciagure
eleviamo a Te inni di vittoria e di ringraziamento.
Tu, che possiedi potenza invincibile,
liberaci da tutti i mali
e noi grideremo a Te: Gioisci Vergine Sposa.

1
Il primo fra gli angeli fu inviato dal cielo
a recare il saluto alla Madre di Dio
e vedendoti assumere con la voce incorporea un corpo, o Signore,
al solo saluto, restò attonito e rivolto a lei esclamava così:
Gioisci, per te splenderà la gioia;
Gioisci, per te cesserà la maledizione;
Gioisci, redenzione del caduto Adamo;
Gioisci, riscatto delle lacrime di Eva;
Gioisci, altezza inaccessibile all'intelligenza dell'uomo;
Gioisci, profondità insondabile alla mente degli angeli;
Gioisci, sei divenuta il trono del Re;
Gioisci, perché reggi Colui che tutto regge;
Gioisci, stella che annunci il sole;
Gioisci, grembo della divina incarnazione;
Gioisci, per te si rinnova la creazione;
Gioisci, per te si fa bambino il Creatore.
Gioisci, Vergine Sposa.

2
Sapendosi in purezza, la Santa Vergine
risponde a Gabriele senza timore:
“La stranezza del tuo parlare
risulta incomprensibile alla mia anima.
Tu annunci una maternità in un seno verginale
esclamando: Alleluia”

3
Desiderando la Vergine conoscere il mistero,
esclamò al santo servitore:
“Dal mio grembo votato alla verginità,
dimmi come può essere generato un figlio?”
E l’Angelo le rispose con riverenza soltanto questo:
Gioisci, partecipante al mistero ineffabile;
Gioisci, credente di ciò che matura nel silenzio;
Gioisci, preludio ai miracoli di Cristo;
Gioisci, compendio dei suoi dogmi;
Gioisci, scala celeste per cui discese Iddio;
Gioisci, ponte che conduce dalla terra al cielo;
Gioisci, degli Angeli inaudito prodigio;
Gioisci, dei demoni terribile sconfitta;
Gioisci, perché generasti ineffabilmente la Luce;
Gioisci, perché a nessuno hai rivelato il mistero;
Gioisci, perché trascendi la conoscenza dei sapienti;
Gioisci, perché illumini la mente dei credenti;
Gioisci, Vergine Sposa.

4
La potenza dell'Altissimo coprì allora
con la sua ombra la Vergine affinché concepisse;
e il suo seno senza frutto si trasformò in campo fertile
per coloro che vogliono cogliervi salvezza, cantando:
Alleluia!

5
Accolto Dio nel grembo, la Vergine
corse verso Elisabetta
e il figlio di costei riconobbe subito il suo saluto e gioì
e con balzi, quasi cantici, esclamava alla Madre di Dio:
Gioisci, virgulto di pianta che non si dissecca;
Gioisci, possesso di un frutto che non marcisce;
Gioisci, perché allevi Colui che con amore nutre gli uomini;
Gioisci, perché generi Colui che crea la nostra vita;
Gioisci, terreno che produce abbondanza di misericordia;
Gioisci, mensa che porti ricchezza di propiziazione;
Gioisci, perché fai fiorire il giardino di delizie;
Gioisci, perché prepari un rifugio per le anime;
Gioisci, profumo che rende gradite le suppliche;
Gioisci, propiziatrice di perdono al mondo intero;
Gioisci, compiacenza di Dio verso gli uomini;
Gioisci, fiducia degli uomini verso Dio;
Gioisci, Vergine Sposa.

6
Aveva dentro di sé una tempesta di pensieri contrastanti
il prudente Giuseppe. Era sconvolto:
ti sapeva vergine ma sospettava un’unione furtiva, o Immacolata.
Ma appena apprese il tuo concepimento per opera dello Spirito Santo disse:
Alleluia!

7
I pastori udirono gli angeli che inneggiavano
alla venuta di Cristo incarnato
e, accorrendo a lui come verso il Pastore,
lo videro quale Agnello senza macchia
nutrirsi nel seno di Maria e dissero inneggiando a lei:
Gioisci, Madre dell'Agnello e del Pastore;
Gioisci, ovile del gregge spirituale;
Gioisci, difesa contro i nemici invisibili;
Gioisci, chiave che apre le porte del Paradiso;
Gioisci, perché il cielo si rallegra con la terra;
Gioisci, perché la terra si allieta con i cieli;
Gioisci, voce degli Apostoli che mai tace;
Gioisci, coraggio invincibile dei martiri;
Gioisci, forte baluardo della fede;
Gioisci, fulgido vessillo della grazia;
Gioisci, perché spogliasti il regno dei morti;
Gioisci, perché ci rivestisti di gloria;
Gioisci, Vergine Sposa.

8
I Magi scorsero la stella che guidava verso Dio
e seguirono la sua luce
usandola come fiaccola,
con essa cercavano il potente Sovrano
e, raggiunto l'Irraggiungibile, lo salutarono acclamando:
Alleluia!

9
I figli dei Caldei videro in mano della Vergine
Colui che plasmò con le sue mani l'uomo;
lo riconobbero come il Signore,
benché avesse preso figura di servo, e si affrettarono
ad adorarlo con doni ed esclamare alla Benedetta:
Gioisci, Madre dell'astro che mai tramonta;
Gioisci, splendore del mistico giorno;
Gioisci, perché hai spento la fucina dell'inganno;
Gioisci, perché illumini gli iniziati al mistero della Trinità;
Gioisci, perché hai spodestato il crudele tiranno degli uomini dal suo impero;
Gioisci, perché hai manifestato Cristo Signore amico dell'uomo;
Gioisci, perché ci liberi dal culto pagano;
Gioisci, perché ci salvi dalle opere di corruzione;
Gioisci, perché hai posto fine all'adorazione del fuoco;
Gioisci, perché hai allontanato la fiamma delle passioni;
Gioisci, guida di saggezza per i credenti;
Gioisci, gioia di tutte le generazioni;
Gioisci, Vergine Sposa.

10
Diventati divini messaggeri, i Magi
si avviarono verso Babilonia,
dove portarono a compimento il tuo responso
e a tutti proclamarono Te o Cristo,
senza curarsi dello stolto Erode, che non seppe cantare:
Alleluia!

11
In Egitto hai fatto splendere la luce della verità
dissipando le tenebre della menzogna;
gli idoli infatti, o Salvatore,
non sostennero la tua possanza e crollarono;
e coloro che se ne andarono liberi
acclamarono la Madre di Dio:
Gioisci, perché risollevi gli uomini;
Gioisci, perché abbatti i demoni;
Gioisci, perché hai calpestato dell'inganno dell’errore;
Gioisci, perché hai smascherato la falsità degli idoli;
Gioisci, onda del mare che sommergi il pur avveduto Faraone;
Gioisci, roccia che abbeveri chi ha sete della vita;
Gioisci, colonna di fuoco, che guida coloro che sono nelle tenebre;
Gioisci, protezione del mondo più grande della nube;
Gioisci, cibo sostitutivo della manna;
Gioisci, perché distribuisci il santo alimento dell’allegrezza;
Gioisci, perché sei la terra della promessa;
Gioisci, perché da te sgorgano miele e latte;
Gioisci, Vergine Sposa.

12
A Simeone mentre ormai stava
per abbandonare questo presente mondo fallace,
Tu fosti presentato bambinello
ma egli ti riconobbe come Dio perfetto
e per questo ammirò l'ineffabile tua sapienza esclamando:
Alleluia!

13
Una nuova creazione rivelò il Creatore
apparso fra noi sue creature;
poiché germinato da un grembo incontaminato
lo conservò intatto quale era prima,
così noi, contemplando il miracolo, inneggiamo alla Vergine, esclamando:
Gioisci, fiore della verginità;
Gioisci, corona della castità,
Gioisci, perché fai risplendere l'immagine della (nostra) resurrezione;
Gioisci, perché ci manifesti la vita angelica;
Gioisci, albero dai magnifici frutti che nutrono i fedeli;
Gioisci, pianta dalle ombrose fronde che offrono riparo a molti;
Gioisci, perché hai portato in seno Colui che è guida degli erranti;
Gioisci, perché hai dato alla luce Colui che è il liberatore dei prigionieri;
Gioisci, perché sei la nostra propiziatrice presso il giusto Giudice;
Gioisci, perché sei la riconciliazione per molti peccatori;
Gioisci, perché dai rifugio a chi è privo di fiducia;
Gioisci, perché possiedi un amore che supera ogni desiderio;
Gioisci, Vergine Sposa.

14
Mirando questa prodigiosa natività, distacchiamoci da questo mondo,
elevando la nostra mente al cielo;
perché l'Altissimo apparve sulla terra come umile uomo,
per attrarre in alto coloro che a lui acclamano:
Alleluia!

15
L’incomprensibile Verbo discese in terra nella sua pienezza
senza per nulla allontanarsi dai cieli;
perché con condiscendenza divina e non mutazione di luogo
si abbassò e nacque dalla Vergine che, assorta in Dio, udiva:
Gioisci, dimora del Dio infinito;
Gioisci, porta di un venerando mistero;
Gioisci, verità incomprensibile per chi non crede;
Gioisci, indubbio vanto per chi crede;
Gioisci, cocchio santissimo di Colui che siede sui Cherubini;
Gioisci, dimora bellissima di Colui che è sopra i Serafini;
Gioisci, perché concili cose contrarie;
Gioisci, perché congiungi verginità e maternità;
Gioisci, perché hai distrutto la prevaricazione;
Gioisci, perché hai fatto spalancare il Paradiso;
Gioisci, perché sei la chiave del regno di Cristo;
Gioisci, speranza di beni eterni;
Gioisci, Vergine Sposa.

16
Tutta la schiera degli angeli ammirò stupita
la grande opera della tua Incarnazione;
perché vedeva Colui, che è inaccessibile come Dio, accessibile a tutti come uomo,
vivere con noi e ascoltare da tutti:
Alleluia!

17
Vediamo diventare davanti a te, o Madre di Dio,
i più eloquenti retori muti come pesci,
perché incapaci di spiegare come Tu,
rimanendo vergine, abbia potuto partorire.
Noi invece ammirando il mistero, con fede esclamiamo:
Gioisci, dimora della sapienza di Dio;
Gioisci, scrigno della sua provvidenza;
Gioisci, perché sveli ignoranti gli uomini di dottrina;
Gioisci, perché scopri insipienti gli uomini di scienza;
Gioisci, perché sono diventati stolti i sottili indagatori;
Gioisci, perché si sono inariditi i creatori di mitologie;
Gioisci, perché dissolvi le astuzie dei sofisti;
Gioisci, perché ricolmi le reti dei pescatori;
Gioisci, perché ci trai fuori dall'abisso dell'ignoranza;
Gioisci, perché arricchisci molti di sapienza;
Gioisci, scialuppa di chi vuol essere salvato;
Gioisci, porto dei naviganti in questa vita;
Gioisci, Vergine Sposa.

18
Volendo salvare il mondo, il Creatore di tutte le cose
in esso venne spontaneamente;
e benché come Dio fosse Pastore,
apparve per noi e fra noi come agnello,
come uomo parlava agli uomini, ma come Dio sente dirsi:
Alleluia!

19
O Vergine Madre di Dio, tu sei il riparo di vergini
e di quanti a Te accorrono;
perché tale ti ha costituita il Creatore del cielo e della terra,
o Inviolata, ponendo dimora nel tuo grembo
e insegnando a tutti a salutarti:
Gioisci, colonna della verginità;
Gioisci, porta della salvezza;
Gioisci, prima ispiratrice della spirituale creazione;
Gioisci, dispensatrice della bontà divina;
Gioisci, perché rigeneri chi è concepito nel male;
Gioisci, perché ridoni intelligenza a chi è privo di intelletto;
Gioisci, perché hai schiacciato chi corrompe le menti;
Gioisci, perché hai dato alla luce il seminatore della castità;
Gioisci, talamo di nozze illibate;
Gioisci, perché riconcili con il Signore i fedeli;
Gioisci, santa educatrice di vergini;
Gioisci, perché accompagni alle nozze le anime sante;
Gioisci, Vergine Sposa.

20
È vinto ogni canto che voglia eguagliare
l'abbondanza delle tue molte misericordie, o Signore;
anche se a te, o santo Re, offrissimo
tanti cantici quanti i granelli di sabbia
mai faremmo cosa degna di quanto hai donato a chi ti acclama:
Alleluia!

21
Noi vediamo la Vergine
come fiaccola splendente, apparsa a coloro che sono nelle tenebre;
perché avendo acceso il Lume immateriale,
ella guida tutti alla cognizione divina,
illuminando di splendore le menti e viene onorata da questa esclamazione:
Gioisci, raggio del Sole spirituale;
Gioisci, riverbero dello splendore senza tramonto;
Gioisci, fulgore che illumini le anime;
Gioisci, tuono che atterrisci i nemici;
Gioisci, perché fai sorgere la luce sfolgorante;
Gioisci, perché fai scaturire il fiume dalle inesauribili acque;
Gioisci, simbolo del fonte battesimale;
Gioisci, perché togli le macchie del peccato;
Gioisci, lavacro che purifichi la coscienza;
Gioisci, coppa che mesci esultanza;
Gioisci, fragranza del profumo di Cristo;
Gioisci, vita del mistico convito;
Gioisci, Vergine Sposa.

22
Volendo perdonare le antiche offese,
Colui che rimette i debiti a tutti
spontaneamente si presentò
a coloro che si erano allontanati dalla grazia
e, lacerata la condanna del peccato, da tutti sente esclamare:
Alleluia!

23
Lodando il tuo parto, noi tutti ti celebriamo
come tempio vivente, o Madre di Dio.
Nel tuo grembo, infatti, abitò il Signore,
Colui che l’universo regge nelle sue mani.
Egli ti fece santa e ricca di gloria e ha insegnato a tutti a cantarti:
Gioisci, tempio del Verbo di Dio;
Gioisci, la più santa di tutti i santi;
Gioisci, arca d’oro, cesellata dallo Spirito Santo;
Gioisci, tesoro inesauribile della vita;
Gioisci, diadema prezioso dei pii regnanti;
Gioisci, venerabile gloria dei vescovi devoti;
Gioisci, baluardo inespugnabile della Chiesa;
Gioisci, fortezza invincibile dell'impero;
Gioisci, per te si innalzano i trofei;
Gioisci, per te soccombono i nemici;
Gioisci, salute per il mio corpo;
Gioisci, salvezza per la mia anima;
Gioisci, Vergine Sposa.

24
Madre degna di ogni canto, che desti alla luce
il Verbo più santo fra tutti i santi,
accogli ora l'offerta;
da ogni sventura libera tutti
e riscatta dal futuro castigo quelli che acclamano a te:
Allleluia!


Fonti dell'articolo e dei testi
1. Fortunato Malaspina
L'AKATISTOS
Icona del mistero di Cristo e della Chiesa nella Semprevergine Madre di Dio
ISSUR "Ignatianum", Messina 1994.
2. Divo Barsotto
LODE ALLA VERGINE
Inno akatistos alla divina Madre
Opera della Regalità di N. S. Gesù Cristo
Roma 1959.
2. Ermanno Toniolo
AKATISTOS
in "Nuovo Dizionario di Mariologia" a cura di S. De Fiores e Salvaore Meo, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1986, pp. 16-25.



L'AUTORE
Non si conosce l''autore dell'Inno Akáthistos, perché rimasto anonimo. Molti studiosi pensano che esso sia opera di Romano il Melode (491-518) che lo compose per ringraziare la Vergine di aver liberato Costantinopoli da un’irruzione di barbari. Altri lo attribuiscono a Basilio di Seleucia, profondo teologo ed elegante scrittore, conoscitore delle tradizioni alessandrina, antiochena e siriaca, uno dei Padri più influenti del Concilio di Calcedonia (451).

IL TITOLO
L'Inno non ha un titolo, perché la parola Akáthistos in greco vuol dire semplicemente "non seduto": nel recitarlo i fedeli devono stare in piedi. "Akathistos" non è, quindi, il titolo originario, ma una disposizione della Chiesa che ingiunge di cantarlo o recitarlo "stando in piedi", così come si ascolta il Vangelo, in segno di riverente ossequio alla Madre di Dio.

LA COMPOSIZIONE
Consta di 24 strofe ed è cantato ufficialmente in periodi dell’anno diversi a seconda del tipo di chiesa ortodossa, così come differenti sono le preghiere che inframmezzano l’inno (una versione – slava – è scritta in corsivo) in particolari ricorrenze. Ufficiosamente i fedeli lo recitano molto spesso, anche tutti i giorni, ottenendo indulgenze. Composto per il canto in raffinatissima metrica greca, l’Inno è intraducibile.
I 24 quadri sono divisi in due parti di 12 quadri ciascuna:
1. LITURGICO-NARRATIVA
sezione cristocentrica ( 6 quadri)
sezione ecclesiocentrica ( 6 quadri)
2. DOGMATICA
sezione cristocentrica (6 quadri)
sezione ecclesiocentrica ( 6 quadri)
QUADRI DISPARI
si ampliano con 12 salutazioni mariane.

LE TRADUZIONI
Dell’inno Akáthistos esistono diverse traduzioni e differenti varianti (greca e slava).

IMPORTANZA LITURGICA
La Chiesa bizantina ha dedicato a quest'Inno una memoria liturgica il 5°sabato di quaresima, "sabato dell'Akáthistos", e ne canta una sezione in ogni precedente sabato di quaresima. Ma monaci, sacerdoti e fedeli lo recitano in molte occasioni, anche ogni giorno, perché, assaporandone la bellezza e la ricchezza spirituale, lo riconoscono come l'espressione più alta della loro dottrina e pietà verso la santissima Madre di Dio.

VALORE TEOLOGICO
L'Akáthistos è una composizione davvero ispirata, che contempla la Vergine-Madre nel progetto storico-salvifico di Dio dalla creazione all'ultimo compimento, unendola indissolubilmente a Cristo ed alla Chiesa, quale Madre del Verbo e Sposa immacolata dello Sposo divino.
L'Inno armonizza il dettato cristologico e quello mariano, subordinando sapientemente la Madre al Figlio, la lode mariana alla glorificazione divina. Esso attinge, secondo la metodologia liturgica orientale, i contenuti e la loro espressione sia dalle immagini del creato, che manifestano il Creatore, sia dagli episodi, preannunci e figure dell’Antico Testamento, che hanno preparato l’avvento del Salvatore; ma soprattutto dalla fede professata e celebrata dalla Chiesa: professata nei concili di Nicea (325), Efeso (431) e Calcedonia (451), dai quali direttamente dipende; celebrata soprattutto nel ciclo del Natale orientato alla Pasqua, che esso fedelmente segue e interpreta.
L’Akáthistosdunque canta il mistero della Vergine-Madre nel mistero di Cristo e della Chiesa, e l’evento dell’Incarnazione e del Natale nella luce della Pasqua del Redentore e dei redenti. Per questo l’autore lo ha intenzionalmente architettato sui numeri simbolici che rappresentano il Cristo e la Chiesa: il numero 2, che indica le due nature del Figlio — la divina e l’umana — convergenti nell’unica persona del Verbo; e il numero 12, che rivela la Gerusalemme celeste descritta nell’Apocalisse quale Sposa dell’Agnello, risplendente della gloria divina (Ap. 19 e 21). Da questa visione l’inno desume gli efimni: «Ave, Vergine e Sposa» e «Alleluia», presentando già compiuto in Maria ciò che la Chiesa tutta desidera e spera di essere.



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